L’IDEA
Avete mai provato a chiedere ad un bambino di disegnare una casa? Beh io l’ho fatto e questa è stata l’ispirazione che ha dato vita al mio progetto. Alla ricerca tra nuove tecnologie e nuovi modi di abitare, mi sono fermato un attimo e ho pensato in merito a quello che erano le richieste progettuali di un’abitazione che nel nome stesso “instant house” conteneva la chiave che mi avrebbe spalancato le porte a numerose soluzioni. La semplicità di un istante, la velocità la rapidità di montaggio, l’ecologia nel rispetto dell’ambiente, l’alternativa ad un vivere urbano ormai troppo esasperato dai continui cambiamenti. La semplicità dunque, un bambino avrebbe rappresentato una casa con a fianco un albero, un tetto sotto il quale ripararsi dalla pioggia e un albero per ripararsi dal sole. Ho voluto che questo fosse il concept, quell’idea embrionale che avrebbe generato poi, in un continuo evolversi la soluzione finale, scaturendo un succedersi di tematiche che avrebbero caratterizzato il progetto. Il tema dell’albero, elemento verde, ho voluto fosse fondamentale nella volontà di lanciare quel messaggio, oggi più che mai protagonista indiscusso, in tutti gli ambiti del fare, che è l’ecologia e la presa di coscienza di un pianeta ormai gravemente malato. Gli alberi dunque per ridurre le emissioni di CO2. Ogni piccola cellula è infatti dotata di un apposito spazio-contenitore per far crescere un albero. Un’altra tematica che affronta il progetto è quella del percorso, della relazione. Le unità abitative sono, e mi scuso la contraddizione in termini, frammentate e divise nelle funzioni base dell’abitare (camere letto, cucina con living, e servizi). Il giardino, letto come elemento di congiunzione, lega queste funzioni di base creando delle relazioni che giocano in una contrapposizione di interno – esterno. Il giardino è aperto, è una percezione sensoriale che rende quel luogo interno perché interpolato tra le diverse unità. L’elemento sospeso, questi nastri semitrasparenti traslucidi, connettono le singole funzioni creando percorsi al riparo da sole e pioggia e lasciando filtrare la luce che crea un gioco di corrispondenze fra lo spazio e le sensazioni dell’uomo. A completare la proposta progettuale, un altro punto fondamentale vede l’evolversi del progetto considerandolo come tutte le cose non eterno, ma con una scadenza. Le cellule abitative non saranno permanenti ed ecco per questo, che ispirandomi ad una celebre campagna sull’ecologia che recitava “ ONCE IS NOT ENOUGH” (“una sola volta non è abbastanza”) ho previsto che, tornando alle prime righe d’introduzione, gli alberi verranno piantumati contribuendo all’intensa campagna di sensibilizzazione volta alla riforestazione di numerose aree verdi in Milano. Per concludere potremmo dire …. ”una volta c’erano le case ora ci sono gli alberi”.
ISPIRAZIONI
La forma: dettata da una rilettura, seguendo la geometria dei solidi, della tipica abitazione con tetto a falde. Dunque cubo + piramide, e il gioco è fatto. Ho voluto vedere all’interno di questa commistione tra i due solidi molto di più che una semplice somma, ma un’unione che andava a fondersi in più sfaccettate chiavi di lettura, mi vengono in mente le capanne primitive, le tende degli indiani d’America, insomma più sfaccettature dell’abitare primitivo. Ed allora ho voluto che fossero forme pure, interpretabili liberamente dunque liberate da tutti quegli elementi accessori ( ex. canali di gronda) che avrebbero dato la possibilità di ricondurle ad un determinato tipo.
Somma di forme: la possibilità di combinare le singole UNITA’ all’ottenimento di CELLULE abitative differenti nasce dall’idea che deriva sempre dalla volontà di libertà di interpretazione. Ed ecco allora si può dare vita ad una disposizione intorno ad un fulcro ( l’accampamento delle tende indiane intorno al fuoco) dove il giardino (rappresentato dall’albero) diventa elemento d’unione e punto focale. Oppure una disposizione più ordinata dove le unità si relazionano con un gioco d’affacci che determina relazioni visive intervallate dal giardino.
I nastri: ho voluto chiamarli nastri per allontanarmi, almeno simbolicamente, dall’idea di tende parasole, perché fondamentalmente il loro significato vuole andare al di la della semplice funzione. I nastri creano delle relazioni, connettono ambienti, individuano spazi (zone d’ombra e di sole), cambiano la percezione del giardino, che risulta aperto ma coperto, dunque chiuso ma aperto. Volevo che questi nastri potessero aumentare la percezione sensoriale, lasciando filtrare il sole ma allo stesso tempo riparare dal sole.
Visioni d’insieme: le unità assemblate liberamente, le cellule disposte liberamente, i nastri disposti liberamente, tutta questa libertà ha significato molto all’interno del progetto. L’ispirazione al circo russo ha voluto essere emblematica ma altrettanto significativa per gli aspetti che conservava in sé. Il carattere di nomadismo del circo ( caratteristica di chi usufruirà le cellule abitative) la libertà di posizione ( le cellule saranno distribuite in maniera dal tutto casuale all’interno del bosco, ovviamente nel rispetto del luogo e nella possibilità di essere servite elettricamente) le relazioni ( il giardino vuole essere elemento di unione).
Plusvalore: gli alberi di cui ogni unità è simbolo svolgeranno la loro funzione all’interno del giardino e poi saranno piantumati in zone verdi di Milano facenti parte del programma di riforestazione. Il tutto favorirà a compensare le emissioni di co2 nell’aria.
IL LUOGO
La scelta che mi ha portato a considerare il Bosco in Città come luogo ideale per la collocazione delle unità abitative è stata dettata principalmente da due aspetti fondamentali. Il primo, la collocazione geografica stessa del bosco, situato nel punto d’incontro tra le nuove VIE DI TERRA e la nuova VIA D’ACQUA che fanno parte del progetto per l’EXPO 2015. Dunque un punto concettualmente nodale che ha fatto ricadere su di esso la sua importanza. Il secondo aspetto fondamentale è stata proprio l’essenza stessa del suo essere, un bosco, dunque incarna esso stesso l’idea che si vuole raggiungere dopo la dismissione delle piccole unità abitative, il raggiungimento dunque con la piantumazione degli alberi di tanti polmoni verdi in Milano. Il Bosco in Città primo esempio in Italia di forestazione urbana. Non è un giardino ma un vero e proprio bosco nella città: su una grande estensione di 80 ettari, troviamo zone di bosco, prati, campi coltivati, canali, ruscelli e il grande stagno con i canneti e gli uccelli acquatici è facilmente raggiungibile da Via Novara, ed è servito dal servizio autobus (numero 72 fermata Romanello).
COMPOSIZIONE
La cellula si presenta frammentata in più unità. Ho concepito questa scomposizione di funzioni di base assemblabili solo successivamente per mantenere quell’idea di libertà compositiva anche nella creazione stessa del nucleo cellulare di base. Le singole unità hanno una metratura di 15 mq eccezion fatta per i servizi che sono di 10 mq (come richiesto dal bando). La cellula abitativa dunque viene proposta in svariati modi di assemblaggio ma con le unità costitutive fisse ovvero:
CELLULA 30mq (tipo A): cucina/living (15 mq) + zona notte (15 mq) + servizi(10mq)
CELLULA 60mq (tipo B): cucina(15 mq) + living (15 mq) + zona notte (15 mq) + zona notte (15 mq) + servizi( 10 mq)
Da sottolineare il cambiamento di funzione dell’unita adibita a cucina e living, che si sdoppia nelle cellule abitative da 60 mq dove vengono proposte singolarmente proprio per l’aumento del numero delle utenze (si passa infatti da 2 a quattro persone).
Altro elemento importante è la creazione dello spazio fronte unità, una pedana sollevata a 10 cm da terra composta (vedi struttura) dallo stesso legno di rivestimento esterno (vedi MATERIALI), creata dalla proiezione a terra del prospetto dell’unità. Sono proprio questi elementi che creano i vari giochi compositivi e di assemblaggio che caratterizzano tutto il progetto. Le pedane si presentano in due diverse opzioni, per le unità di cucina e living, prevedono un angolo di giardino, trattato ad erba ed eventualmente ad orto; per le unità della zona notte invece è prevista una fioriera in legno dall’altezza di 80 cm atta a contenere un albero. L’ idea è di inserire alberi che favoriscano la diversità biologica: alcuni tipi di quercia, pioppi o carpini.
INTERNI
L’interno delle unità è stato risolto seguendo uno stile minimal. Gli arredi sono ridotti all’essenziale senza però dimenticare il confort, che seppur per sistemazioni temporanee e altrettanti pernottamenti temporanei, non va tralasciato.
UNITA’ CUCINA/LIVING: è presente una cucina composta di 6 moduli da 60x60cm più un modulo da 30x60cm. Di base viene proposto un tavolo per 2 persone che nell’ipotesi da quattro si apre per un più confortevole uso. Postazioni divano non ho ritenuto necessario inserirle ritenendole inutili come funzioni in una soluzione abitativa di questo tipo.
p.s. Nell’ ipotesi dell’alloggio per 4 persone l’unità cucina e l’unità living vengono scisse, e in quest’ultima non sono stati proposti arredi proprio per lasciare agli eventuali ospiti la possibilità di gestirsi lo spazio a seconda delle loro esigenze.
UNITA’ NOTTE: l’unità è bipartita ottenendo due confortevoli zone, ciascuna contenente un letto e un armadio per riporre eventuali bagagli. La scelta di due spazi separati è stata determinata dalla volontà di privacy e nel rispetto di ogni ospite della cellula, concependo invece il giardino come elemento principale di relazione.
UNITA’ BAGNO: i servizi si presentano in una struttura tripartita garantendo un utilizzo multiplo contemporaneo (vedi nel caso di 4 ospiti). Le tre zone sono cosi divise: 1 ingresso con lavabo e lavatrice ( per dare la possibilità a chi stazionerà all’expo per un lungo periodo di potersi lavare la biancheria); zona wc con lavabo; e zona doccia. Credo che questa tripartizione possa essere molto funzionale, garantendo riservatezza e massima funzionalità.
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Founder
Dario Cipelletti
Press
architect@dariocipelletti.it